La realizzazione di questo museo è iniziata nel 2010 , ma l’ opera di raccolta e conservazione degli attrezzi e dei materiali esposti ha impegnato la passione e il rispetto di più di una generazione di artigiani , passione e rispetto per il proprio lavoro che oggi e in futuro permetteranno di comprendere qual’era l’impegno,la fatica e le capacità che servivano per costruire un impianto e l’evoluzione della tecnica impiantistica.
Un po’ di storia
Fino al 1950 circa la manualità richiesta era altissima perchè gli impianti dovevano essere costruiti e i materiali dovevano essere lavorati con capacità ed esperienza.
E’ bene ricordare che allora c’erano solo tre tipi di tubi :
in ferro che venivano o filettati e , più avanti saldati con ossiacetilenico , le piegature erano realizzate solo a caldo ( )
in ghisa con giunzioni sigillate con corda catramata e piombo cianfrinato ( )
in piombo saldato a stagno e piegato a mano riempiedolo di sabbia.( )
L’acetilene per le saldature del ferro si otteneva dal carburo con il gasometro ( ), per il piombo si usavano “lampade” a petrolio ( )
La fucina ( ) serviva per scaldare i tubi in ferro da piegare e per colare il piombo nella “cassa” ( ) per le giunzioni delle ghisa
Prima dell’avvento delle elettropompe gli impianti di riscaldamento erano a circolazione naturale , questo comportava , oltre ad una progettazione molto accurata , diametri dei tubi molto più grandi e , viste le tecniche e le attrezzature disponibili , fatiche e capacità conseguenti.
Non da meno gli impianti idrici ,tutti rigorosamente filettati ,qualcuno forse ricorda ancora i filetti sinistri e gli scorrevoli ( ) per fare giunzioni oggi facilmente risolvibili.
Le reti di scarico venivano fatte in ghisa per le colonne e in piombo nei bagni ( )
Gli impianti del gas erano in ferro nero filettato , non c’erano le norme UNI-CIG , ma erano fatti forse meglio di adesso,molti particolari delle norme attuali sono copiati dai manuali di allora.
Molti impiantisti sapevano fare un impianto a vapore,oggi se chiedi cosa sia uno scaricatore di condensa ( ) credono che sia un aggeggio per gli split.
L’ Idraulico di allora doveva anche essere un discreto fabbro per costruire gli staffaggi ( )che venivano poi murati. Non esistevano trapani.portatili elettrici e tantomeno a battente , c’era il punzone ( ) e il martello per i tasselli di piombo.( )
Se poi qualcuno oggi lamenta che uno scambiatore a piastre è pesante vuol dire che non ha mai montato una caldaia in ghisa di pari potenza dove il peso per ogni elemento si misurava a quintali , per non parlare di quello che era una centrale termica a carbone o a nafta pesante che più che un locale tecnico sembrava l’anticamera dell’inferno.